Sono parecchie le valutazioni che il progettista deve effettuare prima di procedere con la scelta dell’impianto di climatizzazione ideale per un particolare ambiente.
In primo luogo è fondamentale analizzare il tipo di utenza, perché a seconda che si tratti di una singola abitazione, di un ufficio o di un grande edificio commerciale saranno richiesti determinati requisiti all’impianto. Successivamente occorre svolgere l’analisi del clima in cui avrà luogo l’installazione e conoscere i dati dell’edificio, come ad esempio la sua altezza, il numero delle finestre e la regolarità della pianta.
Soltanto dopo questa prima fase preliminare si potrà procedere con il calcolo del fabbisogno energetico dell’immobile, che rappresenta il punto di partenza per la determinazione del dimensionamento dell’impianto di climatizzazione. Per fabbisogno energetico si intende l’energia necessaria per mantenere in condizioni ottimali sia la temperatura che l’umidità dell’aria. Successivamente bisognerà definire nel migliore dei modi la quantità di aria necessaria per un corretto rinnovo.
Una volta completate queste verifiche si potrà selezionare l’impianto di climatizzazione più adatto, tra le numerose tipologie presenti sul mercato, e procedere con la scelta dei vari componenti che caratterizzano il sistema.
L’importanza del dimensionamento e le diverse tipologie dei sistemi
Il corretto dimensionamento dell’impianto di climatizzazione rappresenta un elemento chiave della progettazione, dato che un errore nel dimensionamento dell’intero sistema ma anche di un singolo componente potrebbe comprometterne il funzionamento e provocare importanti danni. Questa operazione ha la funzione di calcolare, in base alle valutazioni indicate in precedenza, la potenza necessaria all’impianto per funzionare nel migliore dei modi e garantire all’interno dell’edificio il miglior comfort abitativo.
Sul mercato sono numerose le possibilità in termini di sistemi di climatizzazione, che si differenziano prevalentemente in base al fluido termovettore utilizzato per portare l’energia termica o frigorifera prodotta da un generatore (Es. pompa di calore, caldaia, chiller) ai cosiddetti terminali di distribuzione (Es. fan coils, radiatori, sistemi radianti).
Il progettista potrà dunque scegliere tra gli impianti ad acqua, che trovano nel sistema idronico il loro maggiore esponente, gli impianti che utilizzano un fluido frigorigeno, come ad esempio i sistemi a portata refrigerante variabile denominati VRF (Variable Refrigerant Flow) e quelli che usano soltanto l’aria prodotta dall’Unità di Trattamento dell’Aria (UTA).